Rosario Riccobono (Palermo, 21 febbraio 1929 – Palermo, 30 novembre 1982) è stato un mafioso italiano, figura di spicco di Cosa Nostra negli anni '70 e primi anni '80. Era soprannominato "Saro" o "don Rosario".
Origini e Ascesa: Riccobono iniziò la sua carriera criminale nel quartiere di Partanna-Mondello, a Palermo. Grazie alla sua astuzia e ferocia, scalò rapidamente i ranghi di Cosa Nostra, diventando capo mandamento di Partanna-Mondello. La sua influenza crebbe notevolmente durante la Seconda%20guerra%20di%20mafia.
Ruolo nella Seconda Guerra di Mafia: Riccobono si alleò con i Corleonesi di Totò%20Riina durante la Seconda Guerra di Mafia. Inizialmente, sembrava essere un alleato fidato, contribuendo significativamente all'eliminazione di boss rivali come Stefano Bontate e Salvatore Inzerillo.
Il Tradimento e l'Eliminazione: Nonostante la sua iniziale alleanza, Riccobono fu tradito dai Corleonesi. Riina, temendo la sua ambizione e il suo potere crescente, decise di eliminarlo. Nel novembre 1982, Riccobono e molti dei suoi uomini furono invitati a una riunione presso la tenuta di Michele Greco. Lì furono assassinati e i loro corpi sciolti nell'acido.
Conseguenze: La sua eliminazione segnò un'ulteriore consolidazione del potere dei Corleonesi all'interno di Cosa Nostra. La sua morte e quella dei suoi fedelissimi ebbero un impatto significativo sugli equilibri di potere a Palermo.
In sintesi, Rosario Riccobono fu una figura chiave nella mafia siciliana, la cui ascesa e caduta sono strettamente legate alle dinamiche violente della Seconda%20guerra%20di%20mafia e al dominio dei Corleonesi.
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